venerdì 4 settembre 2015

Comunicato su sociale e baratto amministrativo

Abbiamo appreso oggi da fonti di stampa della triste storia del nostro concittadino che vive con 6 euro al giorno. Pietrasanta si scopre oggi povera, ma di una povertà che solo per alcuni è economica, mentre per molti è di un tipo più profondo e preoccupante.
La stagione estiva è il momento in cui la nostra città accoglie turisti, e di conseguenza anche soldi, provenienti da tutta Italia, per non dire mondo. Siamo ben felici che molti turisti vengano a visitare la nostra bella città, ma dobbiamo anche chiederci cosa stiamo offrendo a queste persone. 
L’offerta culturale è abbastanza striminzita e l’ambiente in cui li accogliamo è malato, come testimoniano le ancora presenti tracce di tallio, i fiumi pieni di marmettola o i divieti di balneazione per colpa dei batteri fecali nelle acque del nostro mare.
Di fatto la nostra offerta è molto bella esteticamente, ma debole nelle sue basi, come una torre d’avorio che sprofonda nella palude di problemi della realtà quotidiana. Così come il filosofo Fromm si trovò a domandarsi il secolo scorso “essere o avere”?
E allora viene da chiedersi se siamo solidali, non solo con gli immigrati o rifugiati, ma anche con i nostri concittadini. Viene da chiedersi se tolleriamo che il nostro benessere poggi sulle spalle, o addirittura sfrutti, una situazione di svantaggio di qualcun altro. Viene da chiedersi, in ultima analisi, se siamo disposti ad avere senza coltivare la parte più umana che abbiamo, il nostro essere sociali anche senza social networks.
Il movimento ha presentato una proposta, chiamata “baratto amministrativo” per andare incontro a tutte quelle situazioni di svantaggio da parte di chi ha difficoltà economico-patrimoniali. Il baratto amministrativo consente ad un soggetto in difficoltà di barattare una tassa comunale e/o l’utilizzo di un bene pubblico con un lavoro “socialmente utile, in un ciclo di dare ed avere che aumenterebbe il senso di appartenenza ad una comunità non più unione di case, ma unione di persone civili e compassionevoli.
Con questa proposta si darebbe anche dignità a chi, troppo spesso, la perde, non per colpa, ma per sfortuna o malasorte. 
Dobbiamo ripensare la nostra comunità, eliminando le iniquità come queste ed identificando, qualora ve ne siano, anche finte situazioni di disagio economico/sociale, perché in quel caso il furto è doppio: alla comunità tutta ed alle famiglie che avrebbero più diritto.

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