domenica 7 gennaio 2018

La città di San Martino

Negli ultimi due anni abbiamo osservato allibiti la propaganda comunicativa della ex amministrazione nell'attesa, vana, che qualche organo dello Stato facesse sentire la sua voce. Naturalmente nessuna istituzione regionale o nazionale si è fatta sentire, e questa stessa latitanza dello Stato è stata sufficiente a generare la convinzione diffusa che sia lecito per una pubblica amministrazione sottrarsi alle direttive europee e alle convenzioni internazionali sul fenomeno migratorio e dei richiedenti asilo. Il M5S è da sempre contrario alle modalità gestionali di questi fenomeni attuate dagli ultimi governi di centrosinistra, non a caso sostenuti anche da gruppi politici coinvolti nel business dell'accoglienza in Sicilia, ma non è certo quello portato avanti in questi due anni dall'ex amministrazione di centrodestra il modo di affrontare una problematica così grave che riguarda la salute e la sicurezza di esseri umani. La legalità è il parametro di riferimento a cui riteniamo debba ispirarsi un amministratore avveduto nell'affrontare la questione migratoria, quando un cittadino viene a trovarsi sul territorio italiano non fa alcuna differenza come sia entrato nel momento in cui richiede asilo, assistenza o semplicemente la possibilità di transitare verso altre destinazioni. A Pietrasanta è mancato questo opponendo un rifiuto categorico di gestire il problema, spesso usato in televisione per una personale campagna elettorale verso poltrone più attraenti e questo è ancor più vergognoso per una città che si propone come culla dell'arte, della cultura e polo nevralgico del turismo versiliese.
Il commissario prefettizio ha ristabilito la legalità, applicando le norme nazionali derivanti dalle convenzioni internazionali, ma ciò è stato fatto secondo noi senza un'analisi approfondita delle esigenze e peculiarità del territorio. La proposta del M5S Pietrasanta (come a suo tempo proponemmo in riferimento all'analoga problematica del campo Rom di Seravezza) consiste nell'accoglienza diffusa di gruppi di 5-6 persone al massimo, dislocati su tutte le frazioni del comune a rotazione, per periodi temporanei e determinati. Questa soluzione eviterebbe un carico eccessivo di 13 o 20 persone in una frazione di soli 200 residenti, fuori da tutti i parametri di proporzionalità previsti dalle linee guida nazionali, e consentirebbe una distribuzione razionale meno impattante e funzionale ad una vera integrazione. Concentrare tutte queste persone in una frazione isolata e lontana dai vari centri cittadini a noi appare come una sorta di segregazione, un'accoglienza ghettizzante che in realtà non è vera ospitalità ma desta solo preoccupazioni legittime nei pochi residenti che si sentono penalizzati.
Per questo il M5S invita il commissario a rivedere il piano di accoglienza in un'ottica di maggiore distribuzione sul territorio che soprattutto mantenga il requisito della temporaneità e della rotazione tra le varie frazioni.
In questo momento è necessario che la politica faccia sentire la propria voce con fermezza per evitare che una situazione già tesa precipiti verso fenomeni di violenza e brutalità, come le bottiglie incendiare lanciate sulla struttura da qualche balordo in questi giorni. La popolazione di Pietrasanta è culturalmente e storicamente generosa e accogliente, come vuole la tradizione del santo patrono, è il momento che tutte le forze politiche ragionevoli, le associazioni e le comunità locali riportino la legalità e la normalità contro ogni forma di violenza e di speculazione vergognosa sulla pelle di persone che vengono trattate come merce di scambio per la propria carriera politica o appetibili fondi nazionali e comunitari.

M5S Pietrasanta

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