lunedì 30 giugno 2014

Nomina sunt consequentia rerum?


Dalla stampa locale si apprende che il ripascimento del litorale massese, da anni oggetto di progressiva erosione da parte delle correnti marine nei comuni di Montignoso e Massa, potrebbe giovarsi di un generoso contributo da parte dell’Unione Proprietari Bagni di Forte dei Marmi. Il gesto di liberalità riguarderebbe la sabbia che proviene dalla vagliatura del cosiddetto “lavarone” che periodicamente viene rimosso dalla battigia con mezzi meccanici e successivamente trattato per il recupero delle parti inorganiche, vegetali e successivo smaltimento. Il MoVimento 5 Stelle Versilia Storica ritiene doveroso segnalare ai cittadini che, anche in questa occasione, siamo di fronte ad un’operazione di propaganda che tenta di mistificare la realtà della situazione. La rimozione e vagliatura dei materiali spiaggiati durante le mareggiate viene eseguita a spese della collettività, come è noto. Il crescente aumento della tariffa sui rifiuti sta mettendo in difficoltà non solo i privati ma anche le imprese che devono farsi carico delle conseguenze di una gestione disastrosa che vede la Versilia in cima alla triste classifica delle zone con la più alta tariffa per lo smaltimento dei rifiuti a livello nazionale, spesso anche doppia rispetto a territori con identiche caratteristiche demografiche. Oltre al danno di dover pagare per ripulire le spiagge sulle quali lucrano da decenni i soliti imprenditori privati, i cittadini dovrebbero anche subire la beffa di dover ringraziare i cosiddetti “Proprietari dei Bagni” per la gentile concessione di un bene che appartiene alla collettività? Se il demanio appartiene alla collettività, la quale inoltre paga di tasca propria il trasporto ed il trattamento dei materiali spiaggiati, non si capisce perché la categoria degli imprenditori balneari si senta autorizzata a disporre di ciò che non le appartiene. Il MoVimento 5 Stelle è sempre favorevole alla collaborazione tra amministrazioni volta al ripristino e al miglioramento dell’ambiente litoraneo, ma non riteniamo giusto che questa operazione venga fatta passare per un atto di liberalità mediante un bene il cui costo ricade, come sempre, sui contribuenti.
Anche il nome dell’associazione di categoria desta ragionevoli perplessità: è corretto che i concessionari di un bene pubblico si definiscano “Unione Proprietari Bagni” ? 



Forse avevano ragione i latini quando sostenevano che “nomina sunt consequentia rerum”.





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